Avete presente l'invito a cena con il bluff?
Quello: che fate? volete venire a cena?
Ma uno fa per dire, per acquisire benemerenze. E' una telefonata di cortesia, un pour parler.
Le persone bene educate rispondono: "ma no lascia stare, non ti stancare, ci vediamo un'altra volta."
Se ne conoscono ancora un paio.
Quelle generose: "ma no venite voi, ho giusto pronte le lasagne e l'arrosto con le patate."
Rare.
I viveur: " dai non fate i pigri, non stiamo chiusi in casa, andiamo in pizzeria e poi un giretto a Trastevere".
Estinti.
Poi ci sono Artisticando e tutti gli altri amici e parenti.
Non fai in tempo a dire: "volete venire a ce..." e loro "a che ora, che portiamo?".
Saranno i miei menu fissi alternati (pasta pachino e basilico, involtini in bianco e zucchine trifolate oppure pasta fresca pomodoro e mozzarella, polpette al sugo e patate al forno)?
Sarà il fatto che in casa nostra si sta liberi e rilassati lontani dalla pazza folla, che il giardino d'estate è fresco, che il cane, dopo aver leccato ed abbaiato un po', si cheta, che dal bosco arrivano i versi più strani e che ora ci sono anche le lucciole?
Sarà, ma io ho imparato a non bluffare più.
Si fa per ridere ;-))) you are more than welcome ;-))) - anzi appena finiti i lavori infiniti inizierò il giro dei fortunati che non hanno ancora sperimentato la mia cucina, promesso!