Sunday, August 30, 2009

Training autogeno

Inspirare lentamente contando fino a dieci
Lavorare all’uncinetto irrigidisce i muscoli del collo.
Espirare lentamente contando fino a dieci
Meno male che lunedì torno in ufficio.
1...2...3...
Ricamare a punto croce abbassa la vista.
pfhhhhhh
Che fortuna lunedì si ricomincia a lavorare.
8...9...10
Modellare l’argilla fa venire l’artrosi alle mani.
1...2...3
Evviva lunedì sono finite le vacanze.
pfhhhhhh
Cucire a macchina provoca mal di schiena.
5...6...7...
Lunedì grande giorno finalmente alla scrivania.


Ma chi cavolo ha detto che il training autogeno funziona?!?

borse di stoffa a go-go




Ho preso l’ispirazione da Lavoralalana, copiato il modello di LulaLouise.com, preso qualche dritta da Cafè Creativo e investito diversi pomeriggi a cucire le borse di stoffa.

Il modello è semplice, non c’è bisogno di essere tanto precise e questo aiuta, soprattutto le pecione presciolose come me.
Fatto il cartamodello si abbandona il centimetro, non servono calcoli complicati, si cuce direttamente con le spille, non serve imbastire.
Il difficile è capire bene il verso della stoffa e se non si sta attenti si rimane intrappolati e non si riesce a girare più il lavoro. Ma usando due stoffe diverse per il dentro ed il fuori, è molto più semplice.

Il modello originale prevede che nei lati lunghi della borsa vengano due cuciture o i manici non sversano bene, dipende da come si cuce il lato lungo del fondo. La variante di Cafè creativo fa sì che di cucitura ce ne sia una sola dietro. Non credo di essere stata chiara ma facendole mi capirete!

Ecco pronte le mie borse con tanto di personalizzazione B-chic: taschina interna ma soprattutto chiusura all’uncinetto.

Sarò lenta ma io per farne una ci impiego circa 4 ore. Il pensiero non può che correre ad una cinese che cuce in cantina
Come venditrice ai mercatini le dovrei vendere a cento euro l’una, dubito che farei un soldo.

Thursday, August 27, 2009

stoffe e stoffette

Inconscientemente ho sfidato la canicola ed arrancato sino a viale marconi per cercare una stoffetta per fare le borse viste sui blog. Ikea è troppo lontana, i suoi tessuti sono bellissimi , ma per prendere qualche metro di stoffa è alto il rischio di tornare a casa pieni di altri impicci utili-inutili, e si perde una giornata intera.

Nel triangolo compreso tra trastevere la magliana e la garbatella come poteva chiamare il negozio l’astuto imprenditore, forse dedicandolo alla moglie Giuseppina?
Ma “Galerie Josephine” naturalmente.
E’ un bel negozio di stoffe, tendaggi e biancheria per la casa. Dicono di essere in saldi perchè stanno togliendo, ahimè, le stoffe. Ma prima che le esauriscano ci vorrà del tempo.
L’idea è che sia un po’ caro: cotone un po’ pesante costa 16.50 al metro, ma altezza 2.80.
Ma solo in un negozio con quel nome la commessa con eleganza ti può dire che le due stoffe che hai puntato e che stanno perfettamente insieme, sono un “composéé”.
L’indirizzo è Viale Marconi 168 G- Roma

Qui prendo il bigliettino di una merceria, che però mi riservo di andare a vedere con temperature più accettabili. Mi piace già perchè il bigliettino recita: La Merceria dal 1957 Via Enrico Fermi 20/22- Roma. Non pubblico il numero per non correre rischio di sbagliare di nuovo!

Ps chiedo scusa a Carlo per aver pubblicato il numero sbagliato e lo ringrazio per la cortesia con la quale me lo ha segnalato!

Tuesday, August 25, 2009

In quel di Mazara del Vallo


A scuola mi hanno insegnato che il mare italiano si chiama Mediterraneo.
E ci sono i sotto-nomi dei mari che ci circondano: Adriatico, Ionio, Tirreno e Ligure.
Poi scopro che c’è un pezzetto d’Italia, da Trapani in giù, dove si vantano di essere quasi nordAfrica, e dove il mare non ha nome. Si chiama Mediterraneo e basta.
A Mazara crollano molte certezze.
Quelle geografiche apprese con difficoltà durante quell’estate da rimandata.
Quelle alimentari, la cucina tunisina piena di aromi è più leggera e digeribile di una pizza lievitata male.
Quelle di una vita spesa nella capitale, perchè qui, volendo, si può fare tutto.
E si finisce per non fare nulla, soffocati dallo stress e strangolati dal traffico.
Certo le bancarelle del festino di San Vito non sono eccezionali se anche io riesco a non comprare nulla.
Ma l’applauso e le acclamazioni al passaggio della statua del santo giovane, ricoperta d’argento, suscitano una emozione profonda che nessun acquisto compulsivo potrà mai rendere.

Il tempo sembra fermo agli anni sessanta; la vecchia tunisina con il giacchetto di lana ti fa pensare che oltre all’epoca hai sbagliato anche stagione.
Il banditore che vende e dimostra su una parrucca un rivoluzionario fermaglio per i capelli, e la ragazza che carica la pistola del tiro a segno ti fanno ripromettere di non lamentarti mai più del lavoro che fai, mai più.
La processione, a cui partecipano i bambini del paese che, genitori al seguito, hanno sfidato il caldo torrido per fare le prove, fa venire voglia di fare una ricerca su internet per capire la storia di quel santo morto a quindici anni e raffigurato in compagnia dei cani.
Come si fa a diventare santi a quindici anni? Cosa si può fare di miracoloso in così poco tempo, se a noi non basta una vita mediamente lunga per dare un senso all’esistenza?

I siciliani, come i napoletani, seduti a crocicchi davanti ai loro bar, con caffè o granita che sia, mi danno l’idea di essere un popolo di filosofi. Con il caldo l’unica attività che non fa sudare è parlare e filosofeggiare. E lo fanno dappertutto, a gruppetti dentro l’acqua trasparente, davanti il circolo della caccia, in piazza sulle belle panchine nuove messe dal neosindaco di destra, eletto quasi con un plebiscito. Il sindaco che fa il bello durante la processione tra le autorità, con fascia d’ordinanza, baffoni di vanità, e senza cravatta come un sessantottino. Sarà stato quest'ultimo dettaglio che l’ha fatto eleggere anche da quelli di sinistra.

Ci sono cento motivi per visitare Mazara, cento come le sue chiese, forse mille come i suoi pescherecci. Ma ne basterebbe uno: il satiro danzante.
E mentre Mission Impossible sogna l’Alta Val Badia mi riprometto di tornare a primavera o in autunno, troppi posti da visitare sono rimasti intrappolati nell’afa.


Sunday, August 23, 2009

Rientro con giochino

Grazie a ClaCla di Profumo di Magnolia che oltre a lasciarmi commenti carinissimi mi ha anche coinvolta in un giochino a catena.

Mi sembra un buon sistema per riprendere la mano con il blog, che ho trascurato vuoi per le vacanze in Sicilia, vuoi perchè mi connetto in maniera fortuita. Per fortuna avevo programmato due post...

Il giochino consiste nel citare la 5 frase a pagina 161 del libro che si sta leggendo.

Ho appena finito il libro della Bignardi - Non vi lascerò orfani - si perchè sono profondamente autolesionista e compro libri e guardo film solo se la lacrima è assicurata. Il libro ha solo 160 pagine (alla 161a c'è solo una parola: indice) e ad essere onesta non mi ha fatto impazzire. Se l'autrice non fosse stata lei, già famosa quindi e di richiamo, non credo avrebbe avuto il successo di vendite che ha avuto. E credo anche che più di una recensione sia stata abbastanza benevola verso la collega. Comunque le dò il merito di essere quella che è, quindi brava.

Per il giochino prenderò allora il bel mattone - sorry volevo dire Un cappello pieno di ciliege - di 840 e più pagine di Oriana Fallaci. Non ho ancora avuto il coraggio di affrontarlo ma vado subito a pagina 161 (qualcuno mi spiegherà perchè proprio 161?):
"Il quartiere degli ebrei , il quartiere degli armeni, non si indulgeva a pregiudizi razziali o a pratiche discriminatorie".
Curioso: mi si è aperto subito tra la pagina 160 e la 161 ed il tema sembra quello del bellissimo film visto ieri sera all'arena - Gran Torino - sperimentato subito dopo per il gelato in Prati, seguito dalle notizie tremende dei tg sul barcone di immigrati lasciati morire alla deriva. Credo mi piacerà questo libro e sicuramente anche i bicipiti beneficeranno della lettura.

Ecco le mie vittime - pardon - le mie nominate per il giochino:

artisticando

scarabocchio
l'acquerello di Mina

wonder perlina
lana e cotone

Tuesday, August 18, 2009

manici per borsa

Ho in mente da un po' le borse all'uncinetto o di stoffa, ma i manici costano uno sproposito.

Seguendo le vie infinite del web, grazie a zigozago, ho scovato questa idea per manici per la borsa veramente carina e da copiare.

Monday, August 17, 2009

Samba e Sgabello

Girellando tra i blog ho scoperto quelli di cucito: non si può possedere una meravigliosa Singer Samba 2 - comprata in tre rate di 50.000 lire cadauna a metà anni '80 - e usarla solo per fare l'orlo ai jeans.

E quindi durante una scorribanda da Ikea ho comprato ben altri dieci metri di cotonina con gli uccellini, in pendant con le tendine e ecco nobilitato uno sgabello da cucina dalle zampe rosicchiate dal cane. Basterà comprare un cuscino di gommapiuma a misura per far cadere meglio la stoffa.

Sorry le foto sono in ordine inverso, ma blogger ha deciso di non far vedere la foto ma il percorso in gergo computerese.




Saturday, August 15, 2009

... o andare in Sicilia?

TANTI OTTIMI MOTIVI PER LASCIARE LA CITTA’ ED ANDARE IN SICILIA
Come sapete Bricolo-chic predica bene e razzola meglio. Quindi sospendiamo le vacanze in città, e le mille cose da fare, per una vacanza vacanza.

Ecco, in ordine sparso, i motivi che ci hanno spinto a tentare la fortuna, nel week end di ferragosto, contro la sana usanza dell’overbooking:


- mare, amici, mare, amici...
- pane e panelle
- vedere quanto è cresciuto il figlioccio con l’accento più siculo che c’è
- arancine, arancine e ancora arancine
- vedere l’albergo che si dice essere il più bello d’Europa
- brioche con gelato e panna
- le botteghe di ceramica
- respirare l'aria di una grande famiglia
- cercare una casetta dove spendere la seconda gioventù, sperando che la prima sia accessibile e la seconda anche.

Buon Ferragosto a tutti!

Tuesday, August 11, 2009

Vacanze a chilometri zero 2

Parte 2

Ecco la seconda parte di attività da fare in Agosto in città, perchè le vacanze sono sempre vacanze

- Mandare cartoline agli amici, un pensiero è sempre gradito, da qualunque posto arrivi, e poi la città in cui si vive non è la più bella del mondo? Altrimenti perchè ci vivremmo!

- Investire un pomeriggio per cercare su internet biglietto aereo low cost per il week end del 2 novembre, quest’anno cade bene. Avere un viaggio programmato per l’autunno aiuterà a superare la tristezza della fine dell’ora legale.

- Rileggere la propria storia recente con le monografie dell’Europeo, L’uomo sulla luna, Cuba, Il sessantotto, La guerra fredda e il muro di Berlino, e altri titoli. Guardare Rai Storia sul digitale. Si apprezzerà la indicibile buona sorte di essere nati nella metà giusta del Novecento.

- Andare da Ikea con un'amica, se si è fortunate con una sorella, ma assolutamente senza marito. Perdere la cognizione del tempo al reparto stoffe.

- A una bancarella di libri usati cercare un libro, molto amato durante l’adolescenza, per capire se e quanto si è cambiati.

- Approfittare del poco traffico per andare per pubblici uffici, fare le mille pratiche trascurate durante l’anno, e magari fare le pubblicazioni di matrimonio, o controllare l'estratto conto contributivo.

- Pensare che stare in città in fondo è una scelta e si è fatto felice un essere vivente: il cane.

- Vagabondare tra le vetrine cercando di non farsi imbambolare dai saldi al cinquanta percento, ma senza sforzarsi troppo, se succede, succede. Spiare le nuove tendenze e cercare idee da copiare e rifare immediatamente.

- Ogni mattina al risveglio godere l’immensa, impagabile, felicità dell’istante in cui si realizza di non doversi alzare per andare in ufficio. Basta questo ed è vacanza dappertutto.

Vacanze a chilometri zero: ecologiche, economiche, eleganti.
In una parola chic!

Monday, August 10, 2009

Vacanze a chilometri zero

Parte 1

Notizie di una Domenica sera: a Roma non c’è stata la temuta giornata di traffico bollino nero. Niente esodo per le vacanze, confermato anche da quelli della nettezza urbana, la città non si è svuotata.
Nelle analisi sociologiche del tg regionale manca il motivo principale delle vacanze in città. Ma si sa: della crisi non bisogna parlare, motivi psicologici.

E se homo sine pecunia imago mortis est, figuriamoci una donna.

Per questo ecco qualche consiglio, frutto di tanti anni di vacanze forzate ad agosto, per essere B-chic in città.
Vacanze ecologiche a chilometri zero, economiche ed eleganti.

- Fare colazione, seduti al bar, leggendo un quotidiano.

- Spalmarsi di abbondante crema autoabbronzante. Si ottiene un triplice, benefico effetto: una abbronzatura senza le rughe che il sole implacabilmente lascia; il cattivo odore tiene lontane le zanzare; al rientro in ufficio il colorito giallognolo eviterà la domanda dei colleghi su dove si sono trascorse le ferie.

- Sintonizzarsi su Isoradio, la musica è buona, ci si tiene aggiornati e soprattutto sentendo le notizie sul traffico si apprezza la immane fortuna di non essere ingabbiati sul passante di Mestre, incolonnati all’altezza di Firenze, nè sequestrati dalla Salerno Reggio Calabria;

- Entrare in un centro commerciale, puntare diretti ad una mega libreria, passare ore ore e ancora ore a sfogliare libri. Saccheggiare le offerte speciali.

- Ogni sera bazzicare un'arena diversa per vedere tutti i film persi dell’ultima stagione. Al rientro al lavoro si sfoggerà un cultura cinematografica da invidia.

*** segue ***

Tuesday, August 04, 2009

Tendine e dintorni

Non so perchè ma Artisticando è convinta che io sia una esperta di cucito e soprattutto una sarta tecnica e precisa.
Certo che tutto è relativo e quindi il mio essere sbrigativa, approssimativa e arruffona è nulla in confronto alle sue strane tecniche!
Archiviato per un po' il punto croce, abbandonato l'uncinetto, ho tirato fuori la singer e provato a cucire le tendine per il nuovo rifugio underground.


Da Ikea ho preso della graziosa cotonina per farne un paio di tendine fuori misura - altrimenti sia ben chiaro l'avrei prese bell'e fatte.



Faccio la mia brava fila al banco self service delle stoffe, taglio tre metri, la peso - ma perchè si pesa se il prezzo è al metro e non al chilo? - comunque risparmio perchè anzichè i 15 euro preventivati ne spendo solo 8, spero di non aver imbrogliato.

Domenica di buzzo buono verso le sei di pomeriggio mi metto a cucire.


Che ci vuole - penso - due tendine dritte dritte, qualche occhiello per il bastone, un'oretta e son belle montate.


Cominciano i complicatissimi calcoli con carta matita e metro. Al confronto il plan 2010 e il
forecast 2009 in tempi di crisi e recessione mondiale sono un giochetto da pallottoliere.


Verso le nove comincio ad avere dei dubbi sulle mie capacità.

Due occhielli non quadrano e li devo riscucire. La cimosa laterale non è di un centrimetro come sembrava a prima vista, ma la scritta con il nome del designer sbuca inopportuna e va rigirata due volte.

Comincia il mal di schiena.

Alle dieci ho quasi finito e manca l'orlo finale. Occhei, mi faccio, un piccolo sforzo ancora e sarai premiata, che ci vuole due cuciture e son finite.

Orrore: l'orlo non combacia, una tendina è storta. Da che dipenderà? Forse chi aveva tagliato prima di me non aveva fatto il taglio dritto? O per tagliare con la tecnica della piccola incisione e lo strappo non ho beccato il dritto filo?

Un orlo è a morire nel senso che parte da dieci centimetri e finisce a quattro/cinque ma l'effetto almento è dritto.

Vabbè non fate i pignoli , è l'effetto generale che conta.
E che sono cinque ore e un bel mal di schiena di fronte a cotanta raffinatezza?

Monday, August 03, 2009

Colpi bassi

Velocemente è arrivato il terzo rinnovo della patente.
E sì sono passati trent'anni da quanto Mission Impossible riuscì nella sua missione di insegnarmi a guidare.

Vado tranquilla alla agenzia Aci, visita medica.
Il dottore mi fa fare alcune prove di lettura e fa qualche domanda alla quale solo uno stupido risponderebbe confermando strane malattie.

Poi fa: guardi il mio naso.
Lo guardo e lui: "lei è un po' strabica" - sic.

Beh questa mi mancava. Ma il bello deve ancora arrivare.

Magicamente in pochi giorni arriva a casa la lettera del Ministero dei trasporti che mi manda il bollino da attaccare alla patente.
Che meraviglia, che progresso, che efficienza!

Tutta contenta prendo la mia bella patente, quella con la foto in cui sembro una terrorista rossa anni 70, che quando mi fermava la polizia dava un'occhiata alla patente, l'altra alla Dyane, l'altra alla tolfa e mi teneva mezz'ora per i controlli.
Insomma si quella patente, attacco il bollino e... orrore... la scadenza è tra cinque anni... ma come non me la danno più per dieci anni???

Questo è quel che si dice un colpo basso ben assestato.