Friday, December 28, 2007

Infanzia difficile... no grazie!






Chiusura dell'ultimo sondaggio sul tema: l'infanzia difficile aiuta a superare le difficoltà della vita sino addirittura a far vincere un premio nobel, o si diventa premio nobel nonostante una infanzia difficile?
Vittoria con il 60% dei voti della prima teoria.
Io sono assolutamente d'accordo ma come al solito ci sto ripensando. Forse anche quello che ha rapito una donna, l'ha fatta a pezzi e messa in un sacco in garage, ha avuto una infanzia difficile.
Sicuramente le difficoltà temprano e preparano alla vita, che di facile non ha niente, ma proprio niente ma per favore niente esagerazioni. Aveva ragione mamma mia quando discuteva con la sorella di mezzo perchè non ci faceva fare le faccende di casa. La zia sosteneva che era importante perchè così imparavamo e ci abituavamo, invece lei rispondeva: avranno tanto tempo per farle che si abitueranno comunque.
Quindi infanzia difficile sì, ma con moderazione, please.
A proposito Mamma, grazie per non avermi mai fatto lavare i piatti. Visto? Ho fatto carriera lo stesso.

Tuesday, December 25, 2007

Buon Natale!



Auguri di Buon Natale e... prima che il pc si blocchi di nuovo ... buon 2008 e buona Befana a tutti!

Wednesday, December 05, 2007

Mìììììììììì che figura.........

Al solito ho dimenticato il compleanno di un amico. E se è l'amico mazarese la cosa si fa grave. Per farmi perdonare gli dedico il ritaglio del momento: anche lui è un heroe, ha lavorato quasi 5 anni con me!

Li chiamano eroi. Sono solo imprenditori coraggiosi
Il sole 24 ore 3/12/2007
LA SVOLTA ANTIMAFIA
di Mariano Maugeri
«H eroes » li hanno chiamati gli inglesi dell'Economist e del Times. E stavolta non sono magistrati, poliziotti, servitori dello Stato. Sono imprenditori. Industriali onesti, coraggiosi e intelligenti. Tralasciamo che si tratti di siciliani. Un dettaglio. Perché il diritto alla legalità è universale. Come universale è il sacrosanto dovere di ribellarsi contro qualsiasi mafia pretenda di sottomettere le intelligenze, gli slanci, la voglia di un popolo di migliorarsi.C'è voluto un lago di sangue, storie e nomi di meravigliosi italiani che hanno difeso con il loro corpo il diritto alla critica,alla libertà, all'intrapresa. C'è voluto tempo, ma quei morti si sono trasformati nel concime dal quale sono germogliate parole vere con un suono vero. Parole che hanno disintegrato il tabù del silenzio. Frantumato le doppiezze di chi sedeva con i mafiosi nei consigli di amministrazione o truccava appalti milionari. Sbriciolato l'idea che lo Stato fosse sempre roba di qualcun altro. La Sicilia è cambiata, la Sicilia sta cambiando. Gli eroi non c'entrano. Sono solo imprenditori.



Sunday, November 25, 2007

Grandi temi piccola coperta



Mentre i grandi temi della vita si affastellano nella mia mente, ho finalmente finito la copertina con gli avanzi iniziata l'anno scorso con l'aiuto di Artisticando & co.
Ho eliminato due o tre buste di avanzi di lana e quindi ho fatto spazio per comprarne altra.





Quale altra attività consente di rilassarsi e contemporaneamente pensare, pensare, pensare?
Se si vuole ovviamente, perchè se non si vuole pensare basta fare un lavoro in cui si deve contare, tipo il filet o i centrini.

Monday, November 19, 2007

L'eco della stampa

L'articolo della Di Gregorio che ho "ritagliato" nel post del sondaggio mi fa tornare in mente che tanti anni fa, quando ho iniziato a lavorare, ed internet non esisteva - per inciso neanche il fax e tantomeno il pc - avevamo un abbonamento con l'Eco della Stampa.
Era una agenzia che inviava i ritagli stampa degli articoli che citavano l'azienda che aveva sottoscritto l'abbonamento.

Io ne ero affascinata: mi immaginavo un enorme stanzone dove decine di persone leggevano giornali e riviste cercando i nomi. E mi chiedevo: ma come fanno a ricordarsi i nomi di tutti quelli che hanno pagato?

Il dubbio mi è rimasto, ma soprattutto la fissa per i ritagli: leggo gli articoli, li ritaglio, li conservo; ma soprattutto li faccio circolare, li fotocopio, ne faccio raccolte, li dedico e chiedo i commenti. Insomma faccio la mia personale rassegna stampa, un po' tatsebao di cinese memoria, con il quale tento di influenzare, con parole molto meglio messe in fila di come non sappia fare io, chi mi sta intorno.

Sono convinta che il 99% di quelli che passo vengano cestinati, ma tant'è, le manie non si possono gestire.
Tapino chi non capisce la poesia del ritaglio.

Sunday, November 18, 2007

Il destino in una "A"

Vi racconto la storia, direttamente collegata al tema del sondaggio, di due ragazzi il cui destino è segnato da una lettera A: Severiano e Severino.

Il primo è alto e bello, diresti che è nato nella culla giusta, il portamento eretto e fiero, attico in centro, frequenta circoli sportivi di alto livello, università giusta, feste giuste, vacanze giuste.

Il secondo pesa cento chili almeno, è un rapper di borgata, casa popolare alla Garbatella della quale è gran frequentatore di muretti, è festa grande con supplì e pizzetta al Panonto, passa l'estate al centro estivo dell'Acea.

Due mondi talmente distanti, hai difficoltà a credere che si tratti di coetanei che vivono nella stessa città.

Si incontreranno mai, se passassero un pomeriggio insieme di cosa parlerebbero, si capirebbero?

Chi dei due avrà una vita più felice?

Friday, November 16, 2007

Nonostante o Grazie?

Il bell'articolo L'infanzia Estrema Crea il Nobel? di Concita De Gregorio su D di Repubblica mi dà lo spunto per un nuovo sondaggio.

Stavolta il tema è serio, e consiglio di leggere l'articolo a tutte le mamme che lavorano piene di sensi di colpa e di inadeguatezza.

l'infanzia estrema CREA IL nobel?

Tuteliamo fin troppo i nostri bambini.
LA STORIA DI CAPECCHI FA RIFLETTERE
di Concita De Gregorio
Senza nulla togliere, per carità di Dio, alle maestre che ci convocano per segnalare che il bambino treenne tra i colori predilige il marrone, segno chiaro di un disagio nascosto. O alle psicologhe di sostegno messe a disposizione dalla scuola, meritoria decisione, che chiamano per segnalare che il ragazzo dovrebbe fare i compiti, "possibilmente accompagnato dalla presenza di un genitore, cosa che gioverebbe moltissimo al maturare di un senso di autonomia responsabile", pazienza se l'orario dei compiti coincide con quello del lavoro dei genitori. Senza dubitare del fatto che "prima di emanciparsi dalla famiglia un ragazzo ha bisogno di sentirsi accettato anche nei suoi limiti, senza inclusione non c'è esclusione possibile", ovvio, non si invita un 24enne ad andare a vivere da solo se prima non gli si è dimostrato quanto sappiamo accettare, a- mare l'immondizia che produce e che marcisce nella sua indifferenza sotto il letto. Del tutto consapevoli che ogni figlio, ne abbiate due, tre, quattro o sette, ha bisogno del suo "tempo di attenzione esclusivo", che prevede attività da fare con lui e lui solo, in assenza dei fratelli, menù differenziati perché quello che non ama il formaggio non si senta sottostimato per via del fatto che oggi c'è la parmigiana, e, nel weekend, programmi di cinema o teatro o gioco studiati secondo l'età (il gioco insieme ai genitori, va da sé, anche la tv si deve guardare insieme e insieme ascoltare la musica, danzarla, ripeterla magari, improvvisando in un meraviglioso creativo gioco). Ecco, seriamente coscienti di tutto questo vorremmo ripercorrere con voi le tappe salienti della biografia del premio Nobel Mario Capecchi, l'uomo che ha "aperto la scatola nera delle cellule staminali", dicono i giornali, per cercare l'origine dell'Alzheimer e del cancro. Capecchi è nato in Italia da una madre che lui definisce bohémienne, un'americana colta, ricca e ribelle, figlia di miliardari americani dotati di vari talenti. Il padre era un ufficiale fascista morto in guerra con l'aviazione di Mussolini. Vive solo con la madre in uno chalet in Alto Adige. Quando ha tre anni e mezzo - tre e mezzo, come il bambino che preferisce il marrone - la mamma viene deportata a Dachau, prigioniera politica. Lui è affidato a dei contadini che prendono in cambio tutti gli averi della madre. Quando i soldi finiscono, lo mettono alla porta. Cinque anni. A cinque anni Capecchi diventa un bambino di strada, vive con "bande di teppisti e altri orfani", mangiando non si sa cosa, dormendo non si sa dove, scampando alla morte e alle malattie non si sa come. L'inverno in Sud Tirolo è anche freddo. Niente complessi multivitaminici per stimolare l'appetito, si suppone. Niente vaccini. Fino a nove anni vagabonda, arriva a Reggio Emilia. Lo ricoverano in ospedale per malnutrizione. In ospedale gli danno, ogni giorno, una tazza di caffè e una crosta di pane per cui non guarisce. "Dormivamo nudi sul materasso". Niente piumini di vere piume atossiche, niente umidificatore dell'aria con gocce di pino. La madre lo ritrova e lo riporta in America. "Non ha mai superato il trauma di Dachau, ha vissuto in un mondo di fantasia fino alla morte". Lei in un mondo di fantasia, lui in una comunità quacchera dove si iscrive alla terza elementare senza essere mai andato a scuola in vita sua e senza ovviamente conoscere la lingua. Sessant'anni dopo il Nobel. Capecchi dice che non sa se il premio sia arrivato "nonostante o grazie alle esperienze della mia infanzia". Non lo sappiamo neanche noi, sarebbe bello avere il tempo di rifletterci, ma oggi pomeriggio prima di andare in ufficio dobbiamo ripassare l'area del trapezio, base maggiore più base minore, eccetera, sperare di trovare "Sommo luminescente" nella bustina quotidiana dei Gormiti perché il piccolo è frustrato dal fatto che gli altri compagni ce l'hanno e lui no, passare dalla scuola di musica a sentire se il corso di coro è adatto alle attitudini vocali del grande o se sia meglio (per lui, naturalmente) spostarlo alla lezione del sabato pomeriggio e addio weekend. Però domenica mattina, chiusi in bagno, ci pensiamo meglio alla faccenda del "nonostante o grazie". Promesso, ci pensiamo.

Sunday, November 11, 2007

Tutti parlano

Domenica di pioggia, tv accesa.
Verso mezzogiorno arrivano le prime stringatissime notizie: tifoso laziale ucciso durante una rissa.
Da questo momento in poi è stato un continuo dibattere e commentare, su fatti che non si conoscevano perchè l'unico comunicato stampa ufficiale , alquanto reticente a dire il vero, è uscito alle cinque.
Nel frattempo ognuno che parlava si faceva il suo film e lo commentava.
Giornalisti e vallette, giocatori arbitri attori, tutti a dire quello che era giusto fare senza avere la pallida idea di quello che era successo e di quello che fuori stava accadendo, se non con notizie riportate da terze persone.

Facile governare un paese, fare il ministro dell'interno, il questore capo, seduti in uno bello studio tv caldo caldo, tutti truccati e con il potere di togliere la linea a chi parla quando vogliono.
E intanto i poliziotti fuori si stavano prendendo le sassate da quelli che cercano solo il pretesto per fare casino.

Ma questi personaggi hanno mai sentito parlare di sospendere il giudizio?

Il top l'ha raggiunto la Paola Perego che di fatto sprizzava violenza da tutti i pori, arrogante, ma è una valletta o una presentatrice o l'hanno fatta pure giornalista?
Bella figura da imbecille quando all'interlocutore telefonico tutta offesa gli ha detto: ma io conosco i fatti perchè è da l'una che leggo le agenzie di stampa. E quello di rimando: forse so qualcosa di più io che da stamattina sono in filo diretto con il questore.

E perchè i giornalisti, tutti indignati perchè non si è deciso di interrompere tutte le partite, hanno trasmesso le telecronache ?
Se pensavano che lo spettacolo dovesse essere interrotto perchè non l'hanno fatto loro?

Perchè per agire, prendere decisioni, assumersi le responsabilità ci vogliono gli attributi giusti.

A parlare sono buoni tutti.

E intanto l'ennesima famiglia di punto in bianco precipita nella tragedia.

Sunday, November 04, 2007

Poncho 2



Se prima di andare a un matrimonio, tutta acchittata e sotto la pioggia, ti fermi alla bancarella della tua spacciatrice di lana e prendi una lana viola e in quattro giorni fai un poncho che pensavi di regalare e invece decidi di tenertelo, e ti fanno male le mani perchè lavorare la lana grossa è veloce ma faticoso, che vuole dire che sei fissata con l'uncinetto?


Wednesday, October 31, 2007

Poncho

A grande richiesta modelli di ponchos (o ponchi?) rubacchiate qua e là su internet. Mi piacciono tantissimo e mi piacerebbe farli ma per portarli bisogna essere molto alte, molto magre o in alternativa molto giovani. Ne deriva che per me faccio sciarpe e scialli!






Saturday, October 27, 2007

Nodi



I nodi più tenaci si sciolgono da soli, poiché la corda si consuma.
Tutto se ne va, tutto passa, l'acqua scorre e il cuore dimentica.

(Gustave Flaubert)


Fidati, amico mio. Io di nodi ne ho sciolti tantissimi anche se qualcuno è ancora stretto ed ingarbugliato come il filo di nylon di un aquilone lasciato volteggiare selvaggiamente da mani inesperte.
Tu hai la forza ed il coraggio per sciogliere i problemi più tenaci, l'hai dimostrato mille volte.

Pensa io sono riuscita a sciogliere anche i nodi di questo scialle, che in principio era un poncho ma sembravo la versione think-pink di Belfagor, e allora l'ho disfatto.


Friday, October 26, 2007

Auguri Ciccio

Scegliere la squadra del cuore è un momento importante della propria vita, speriamo di non averti influenzato troppo, ma sappiamo che sei un ragazzo di carattere.

La squadra è come il nome delle barche: una volta fatta la scelta non si può più cambiare!
Pensa che succederebbe se cambiassero nome a "Capitan Ciccio".

In attesa della fatidica scelta: Tanti Auguri Raggio di Sole!

Thursday, October 25, 2007

Alle medie ho fatto francese



Très chic, il m'a fait très plaisir, merci beaucoup!


Sunday, October 21, 2007

Gran premio



Una bella Ferrari fatta a maglia da Lauren Porter
per Clodina a cui piace tanto il Gran Premio.


perline


Una vetrina virtuale dedicata a Wonder Perlina che non è potuta venire alla mostra Hobby Show e ha finito le perline:

www.beadsandco.it

www.gmcperline.com

www.ilgiardinodellefate.it

www.agostinelliarte.com

www.nonsolofilo.it

www.legemmedimurano.com

www.merceriatanteidee.it

Saturday, October 20, 2007

Diritto di replica


Ovvero: del delitto e del castigo, del pentimento e del perdono.

Casualmente fatti di qualche mese fa sono tornati argomento del giorno e opinioni contrastanti hanno riacceso vivace il dibattito stavolta con posizioni distanti.

Se a marzo ero anche io tra i moralisti, oggi ad acque ferme e superata la emotività, altri temi devono entrare nell'analisi dei fatti ed eventualmente modificare i miei comportamenti, certo non cambia la mia condanna dei delitti commessi. Abbiamo parlato di errore giudiziario, ed essere fraintesi ne è l'anticamera. Brrrr...
Primo: ho il terrore dei processi sommari, quelli consumati alla macchinetta del caffè, con informazioni di terza o quarta mano, la maggior parte delle quali dovevano rimanere riservate, le altre alimentate e manipolate chissà da quali da odii personali, volontà di rivalsa e giustizialismo a tutti i costi.

Un delitto c'è stato- e qualcuno mi deve spiegare perchè si considera, giustamente, delitto prendere mazzette e invece no chiedere il pizzo a chi si procurano clienti o si passano corse, il tutto rigorosamente in nero - c'è stato anche un castigo, pesante molto pesante. Tornare a casa alle dieci di mattina e spiegare alla moglie, ai figli il motivo per il quale nello spazio di poche ore si è perso tutto ciò che si era faticosamente costruito in tanti anni di lavoro, per me è una pena più che congrua.
Se c'è stato patteggiamento ed è stato concesso il beneficio della non menzione, noi non siamo nessuno per decidere diversamente. E soprattutto non dobbiamo mai dimenticare perchè c'è la pena: è un deterrente ma soprattutto ha un fine rieducativo.

Del perdono: chi ha subito un torto o un danno ha la facoltà di perdonare. Gli altri, gli spettatori, non hanno nulla da perdonare.
Del pentimento: non sappiamo se pentimento c'è stato, ma anche questo non è materia per la massa. Diffido dei pentimenti esternati a cui si dà tanta pubblicità. Il pentimento è una fatto privato, tra sé stessi e il proprio Dio, se se ne ha uno.

Comunque chi è stanco di questo paese di corrotti, di pene non scontate, di indulti, di garantismo, e non vuole impegnarsi per aiutarlo, può prendere un bel volo per Bagdad o altri lidi. Ce ne sono tanti dove i processi sommari e le esecuzioni frettolose sono all'ordine del giorno.
Se si è fortunati si può anche trovare una bella lapidazione a cui partecipare.

Io preferisco sferruzzare davanti al Dr. House o a una bella televendita di gioielli e cercare di cambiare le cose con l'esempio della correttezza e l'umiltà della comprensione per chi ha sbagliato.

Lascio alle tricoteuses il piacere di sferruzzare davanti alla ghigliottina.

Thursday, October 18, 2007

Il bambino di Atlantide

Atlantide esiste.

Io ci sono stata e, contrariamente a quanto si creda, è una terra emersa.
Il suo mare è bellissimo, il cibo splendido, il clima è mite d'inverno e caldo d'estate. Abbastanza caldo, ma sempre ventilato.
Praticamente il paradiso in terra, specialmente per noi cittadini soffocati dallo smog e dal traffico.
Certo qualche problemino c'è anche lì ma, come si dice, chi si accontenta gode.

Conosco anche il Bambino di Atlantide.
E' alto per la sua età, lo si dice di tutti i bimbi ultimamente, ma lui è proprio alto, credo sia la solita questione di dna.
Ad appena due anni il suo sogno era andare a pescare con lo zio, adesso è un sub provetto.
Talvolta, quando nuota, ti sembra di vedere qualcosa di strano tra le dita delle mani e dei piedi, sembrano palmati, ma è solo un'impressione, forse è il riflesso del sole che lì è forte assai.
Ti stropicci gli occhi e l'effetto ottico passa.
Porta i capelli lunghetti, chissà se dietro le orecchie nasconde piccole branchie.

Essere bambino/uomo di mare si eredita per linea diretta, ma qualche volta una generazione salta. Il carattere di mare però è predominante, come i capelli neri, quindi esce fuori prepotente.

Il Bambino di Atlantide ha il diritto di vivere nel suo habitat naturale.
Dopo, quando si è irrobustito, può anche muoversi.
Certo anche qui il mare c'è, ma purtroppo non è bello come quello di Atlantide.

Bene, prima provoco lo scompiglio, poi instillo dubbi.
Ma non riesco proprio a farmi i fatti miei?

Friday, October 12, 2007

The circle of life



Oggi è nata Sara, spero abbia gli splendidi capelli rosso tiziano della mamma.

Oggi sappiamo che la piccola Chiara avrà un fratellino.

Domenica c'è il battesimo della bimba più Amata del mondo.

Domani mi compro un regalo.

Per dirla alla Re Leone: This is the circle of life.

Forza e coraggio, viviamo il futuro.


ps. quando dico che ho i capelli ricci... vediamo chi indovina qual'è mia madre nella foto in alto?

Wednesday, October 10, 2007

venti anni fa

Potrai perdonare tutti gli anni passati?
Non credo di averti risposto, quel gennaio di vent'anni fa.
Forse ho solo accennato un imbarazzato sorriso, preso il tuo biglietto e il regalo, fatto cenno di sì con la testa.
Un po' poco, vista la situazione e quello che sarebbe successo da lì a dieci mesi.
Forse avrei dovuto dirti che non c'era nulla da perdonare.
Che è stata la vita, è andata così.
Avrei dovuto chiederti se sei mai stato felice.
Forse sì, quando tornavi dai lunghi viaggi e ci svegliavi nel cuore della notte per darci i regali.
O quando suonavi la chitarra per farci addormentare.
Chissà magari anche quando sono nata io, certo qualche momento dopo, passata la sorpresa: un'altra femmina!?!
O quando guidavi per centinaia di chilometri e per non farci chiedere mille volte "quando arriviamo, quanto manca?" ci facevi fantasticare "pensate alle pigne, pensate ai pinoli" e noi pregustavamo le gioie di una lunga vacanza al mare.
Il senso di colpa, che ti hanno inculcato sin dalla nascita, ti ha reso quello che eri; troppo grande quel fardello per non farti commettere degli errori.
E comunque grazie per quello che mi hai dato.
Mi hai abituato ad affrontare le situazioni difficili, mi hai dato la voglia di essere curiosa, l'intelligenza, la grinta. Mi bastano.
Certo magari i centimetri di altezza li potevi spalmare un po' meglio tra noi tre.

No, non ho nulla da perdonarti. Non sono nessuno per giudicare la tua vita.
Essere tua figlia non mi dà questo diritto, .
E' la vita che ci ha tolto molto, compreso il tempo per recuperare.

Tuesday, October 09, 2007

cartoleria






Ecco un indispensabile set-scrivania da borsetta.
Potrei regalarlo alla nipote piccola - la zia sono la zia ma perchè non hanno inventato un nome diverso per le nipoti da zia invece che da nonna - che è arrivata prima ai test di ammissione all'università.
In un mondo dove c'è chi imbroglia e paga per passare i test, la piccola si merita proprio questo set da sfoggiare con i colleghi universitari.
Vero?

Sunday, October 07, 2007

Saturday, October 06, 2007

Incursione



Oggi incursione alla mostra al palazzo dei Congressi Hobby & Work.
Gli stand erano gli stessi dell'anno scorso, con una preponderanza di decoupage e tegole decorate.
Direi rovinate piuttosto. Vuoi mettere il bel colore terracotta di una tegola al naturale?


Non c'era la lana e questo è veramente uno scandalo.
Saranno di più le knitters e le uncinettatrici folli rispetto a chi cuce i patchwork??? Devo fare un esposto agli organizzatori. Evidentemente sono indietro rispetto ai trends.
Ma due o tre espositori di perline valgono il biglietto.
Ecco subito infilate e lavorate con il filo d'argento all'uncinetto un etto di perline.



Tuesday, October 02, 2007

matite colorate nel dna

A due anni aveva già un gran senso del colore,



a otto ancora mi dedicava dei disegni,



a dieci speravo di farla diventare una tennista famosa.



Ma a forza di "pupazze" ha fatto carriera e non finisce qui!



Buon compleanno!

Sunday, September 30, 2007

Da Tiffany c'è la fila

Non che io voglia fare la moralista ma la fila da Tiffany no, quella proprio non la posso sopportare.
Sabato mattina finalmente trascino ExSF e Bkmrt2 in via del Babuino, e con la scusa del regalo del diploma mi pregusto una entrata da Tiffany.
Apre la porta un ragazzetto in divisa - ma i doormen non stavano solo negli alberghi? - ha l'aria spaurita e già questo dovrebbe mettere sull'avviso.
Ovviamente le vetrine non hanno i prezzi, ma ti pare, e quindi non ti azzardi a chiedere il prezzo del meraviglioso bracciale d'oro con i charms.
Chiedi allora della linea giovane, chiamiamola così che linea economica non è proprio. Con aria già un po' schifatella la commessa ti indirizza al primo piano.
E lì c'è la fila: sì proprio la fila, per essere serviti.
Tutti a comprare il braccialetto d'argento con il cuore e gli altri ciondoli.
Se gli regge il portafogli naturalmente: ci manca poco che la signora imbrilloccata svenga quando scopre che il braccialetto per la pupa costa 635 euro.
Signò levi un paio di charms, dia retta.

Meno male che la nipotina, che sarà pure Bkmrt ma in quanto a buon senso non è seconda a nessuno confessa che in fondo a lei di quel braccialetto non importa più di tanto.
Allora il concetto di lusso andrebbe rivisto: che oggetto di lusso è se c'è la fila per comprarlo?

Volete sapere il concetto di lusso personalmente rivisitato?

Giretto da Feltrinelli, tre quaderni Moleskine e un libro per uno.
Anzi per me due visto che mi ricompro "La lettera d'amore" che ho prestato e non mi hanno restituito.
Lo compro solo per tenerlo lì, visto che l'ho già letto tre o quattro volte.
Lusso!

Girone da Fabriano: mi compro un bel quaderno turchese, una matita azzurra, e rimiro le meraviglie di carta.
Scopro che una scatola di carta fatta a mano che mi avevano regalato costa 190 euro.
Lusso!

Ottico ai Granai: che carini gli occhialetti per leggere, me ne compro due.
Un paio con le stanghette d'oro e un paio neri con fiori e strass.
Lusso!



Consiglio per il Direttore Risorse Umane di Tiffany: tolga il povero stagiaire dall'imbarazzo di aprire e chiudere la porta e assuma un paio di commesse in più.

Saturday, September 29, 2007


Io ci vado e tu?


Hobby Show Roma, 5-7 Ottobre 2007, Palazzo dei Congressi, Roma.

http://www.hobbyshow.it

sul sito si può stampare il buono sconto di due euro

(non è molto ma sono sempre due euro di perline in più che si possono comprare...)

Fashion



Se mai mi fosse venuta a noia la maglia e l'uncinetto ci ha pensato Benetton: avete visto che carine le borsette? Oggi le ho viste da vicino confermo che sono mooolto carine ma la lana è di pessima qualità. Costano 49 euro ma io ho già comprato la lana per rifarne una. L'idea era quella di fare ogni quadrato di colore diverso, ma la lana è talmente bella che credo ci farò un coprispalle.



Thursday, September 27, 2007

Poesie dorsali



Noi veri delinquenti,
umiliati e offesi.
Come diventare buoni

con le peggiori intenzioni.

Wednesday, September 26, 2007

desideri chic&kitsch



Finalmente il mio giardino ha i suoi nanetti.
Solo tre perchè la serie completa non c'era.
Credo siano Dotto, Eolo e Mammolo, chissà.
Spero che il comitato di liberazione dei nanetti da giardino non se ne accorga.

Biancaneve già c'era, eterea e carina
e una bimba si fa portare tutti i giorni dal padre a vederla nel mio giardino.

Queste sì che sono soddisfazioni.


Sunday, September 23, 2007

Buon Compleanno, sorella



Come un romanzo
nel paese delle meraviglie
gli anni dell'amore perfetto.
Donne,
figlie e madri.
Sorelle.
Noi che ci vogliamo così bene




Buon compleanno sorella!



la foto della meravigliosa torta l'ho presa in prestito da
http://whatnottocrochet.wordpress.com/


Saturday, September 22, 2007

Poesia dorsale



Io leggo, osservo, ascolto, raccolgo, compro, rubo.
Giornali, libri, stoffe, carta, gomitoli, immagini, soprattutto idee.
Poi copio, rielaboro ed applico, ritaglio e incollo, strappo e cucio, srotolo e intreccio.

Così quando ho scoperto una giornalista, Antonella Ottolina, ed un fotografo, Silvano Belloni, lei scrive poesie con i titoli di libri e lui li fotografa, l'idea mi è piaciuta tantissimo, mi sono quasi riconosciuta nel mio continuo cercare e rubare.
In fondo è un po' come scrivere i biglietti di auguri con i titoli dei giornali. Chi non l'ha mai fatto?
E in mente ne ho già una.
www.poesiadorsale.it



Non finisce qui. Ho altri due paia di jeans su cui sfogare le mie arti e/o i miei nervi