Thursday, January 31, 2008

Dress code 2

Vi ricordate il mio post di qualche mese fa sul dress code?
Dove esternavo la fatica quotidiana di dover essere troppo concentrate su come vestirsi a causa dei condizionamenti esterni?
Arriva la solita Concita De Gregorio e con la sua abilità di penna di tutto rispetto interpreta alla perfezione i miei pensieri e li trasforma in un meraviglioso articolo, da ritagliare e rileggere frequentemente.

La Repubblica domenica 17 gennaio 2008

Innamorarsi ai giardinetti con l’orlo tenuto su dalla spillatrice

CONCITA DE GREGORIO

La vera alternativa all’essere sempre impeccabile è non esserlo mai. Eliminare il problema alla radice, svelarne
l’intimo raccapricciante inganno. Impeccabile in che senso, a giudizio di chi? Soprattutto: a servizio di chi? Pensare «cosa mi metto» (o deprimersi nella sua più frequente variante «non ho niente da mettermi») è la via più frequentata per distrarsi da altri ben più rilevanti vuoti nell’armadio dei giorni: non aver niente da fare, da pensare, da scrivere, da dire.
L’attenzione per il «twin set giusto» è di solito inversamente proporzionale a quella riposta nella ricerca di una formula matematica, di un asteroide o di un manoscritto di Dino Campana. La frequenza con cui si consulta lo stilista di riferimento è senz’altro depressa fino allo zero dalla numerosità dei consigli di classe, degli accompagnamenti pomeridiani di figli minori o padri disabili, delle bollette anche arretrate da pagare, le pratiche per regolarizzare la baby sitter, eventuali gestioni di lutti e di assenze, guasti alla lavatrice e altri domestici imprevisti oltreché dal lavoro, naturalmente, che quelle otto ore quotidiane come minimo le impegna.

Non è, questa, la versione aggiornata del consolatorio e un po’ retorico «l’importante è essere belli dentro», detto di solito a quelli che lo sono meno fuori. È una constatazione dettata dall’esperienza, piuttosto. Di nessuna, nessuna delle persone interessanti che ho conosciuto nella vita ricordo la griffe dell’abito che indossavano. Ho piuttosto l’impressione che non indossassero abiti griffati. Jaqueline Du Pre suonava il violoncello con una maglietta da uomo. Franca Viola mi aprì la porta di casa con un grembiule e la scopa in mano, stava pulendo le scale, era bellissima. Maya Sansa è irresistibile nei maglioni xl e la più seducente delle madri della scuola arriva ogni mattina trafelata e sorridente coi pantaloni della tuta e due dei suoi tre figli per mano, la guardano tutti. Ho inoltre la certezza che nessuna dirigerà un giornale o un’azienda solo se indossa «aggressivi tailleur di foggia maschile», ha piuttosto maggiori probabilità di riuscire a fare quel che desidera se impegna l’attenzione nel lavoro quotidiano e anzi, la distrazione dal proprio aspetto esteriore è di solito responsabile di quell’agognata formula che è la «bellezza inconsapevole».

Nessuna, credo, è mai stata riamata dall’uomo che ama solo grazie alla scelta «per la serata romantica» del «tacco giusto ». Perché tacco al singolare, poi, se sono due? In genere le serate romantiche preparate per giorni sotto questo titolo vengono malissimo, ammesso che si trovi il tempo di organizzarle.

Di solito la passione tra adulti sconosciuti si accende a una macchinetta del caffè dove lei sta cercando di recuperare la moneta incastrata, ai giardinetti della scuola dove lui non sa come consolare il figlio spinto a terra da un compagno, per strada di corsa sotto la pioggia senza ombrello in un attimo di sosta al riparo di un balcone. Non hai mai il tacco giusto, in situazioni così: hai i capelli bagnati, l’orlo dei pantaloni appena scucito fermato con la spillatrice. Inoltre in una società sostanzialmente e profondamente maschilista essere, per una donna, distratta dal suo ruolo di seduttrice (dunque non agghindata, «inconsapevolmente bella») è di solito percepito dai maschi competitivi e atterriti dal possibile confronto come rassicurante, pacificatorio, garante di quiete e dunque attraente. Ma questo è un dettaglio, può portare fuori strada.

La sostanza, piuttosto, è come fare ad evitare il diktat del «tailleur di taglio aggressivo» o la «scollatura sexy» per il cocktail senza sembrare la signora delle pulizie rimasta chiusa in ambasciata. Va bene ignorare l’imperativo dello sguardo altrui: il limite è rispettare il proprio. Bisogna piacersi abbastanza. Stare comodi, a proprio agio. Non servono corsi new age di centratura del sé. Basta azzerare il volume del coro (le riviste, i consigli delle amiche e degli amici, le interviste delle fidanzate del presidente, la mamma) e concentrarsi nel privato ascolto di sé. Cosa serve, cosa aiuta. Ovviamente ciascuno ha la sua risposta privata. Vale per tutti quel che si insegna (si prova ad insegnare) ai figli, soprattutto maschi, soprattutto preadolescenti: la cosa che più conta è avere un buon odore, di pulito e persino di colonia e talco. Riuscire a sentirsi addosso l’odore piacevole della propria pelle, sempre. Dunque trovare, nel giorno, momenti per ripristinarlo. Assolutamente obbligatorio. Secondo: stare comodi. Non essere costretti dagli abiti a pensare a loro ogni minuto: la cintura che stringe, la scollatura che si apre, le scarpe che non puoi camminare. Si vede, quando i vestiti hanno il sopravvento. I pensieri stentano a riprodursi, lo sguardo si fa vitreo. Terzo: se si deve uscire alle sette di mattina e rientrare all’una di notte bisognerà che l’abito sia altrettanto longevo. Dovrà essere scuro, che non si vedano le macchie. Morbido, che aiuti ad assecondare la fatica. Duttile e semplice. Meno bottoni ci sono meno se ne perdono. Di qualità, se possibile.
Una maglietta bianca girocollo deve essere una bella maglietta bianca. Una che sa fare il suo lavoro di maglietta. Anche per le t-shirt vale la regola delle persone attorno: meglio poche ma buone.

Tuesday, January 29, 2008

è tornata la memoria

AAAAAAARGHHHHHHHH!!!



Allo scoccar della mezzanotte è improvvisamente tornata la memoria e quel numero tondo tondo è riapparso.
Allora facciamo un patto: da anni non amo i miei compleanni ma recentemente mi sono riconciliata con il calendario. Da quando ho sentito - da non so più chi non so più dove - che il giorno del proprio compleanno non si festeggia il tempo che passa, ma bensì il fatto di essere nati.
Quindi se io torno a festeggiare il mio compleanno voi fate finta di non ricordare quanti anni ho compiuto?



Anche perchè ho preso una saggia, storica decisione: negare, negare anche davanti all'evidenza.
Sperando che questa evidenza non sia tanto impietosa.

Sunday, January 27, 2008

mumble mumble

Sette, quattordici, ventuno, ventotto...

No.

Un due tre ... stella!

Nemmeno.

Mumble mumble

Sono un po' di giorni che un numero mi frulla per la testa come una filastrocca, un ritornello.
Ma non lo fisso, non lo memorizzo, chissà perchè.

Centocinquanta, la gallina canta.

Neanche questo.

Dica trentatrè.

Non ci siamo.

Boh, lo scoprirò.


Lo stupido

In tutti i libri di management si predica: non bisogna mai dire ad una persona "sei uno stupido", bensì "hai fatto una cosa stupida", ed anche io lo ribadisco ad ogni formazione, riunione, bla bla bla.

Frescacce. Gli stupidi esistono e ogni tanto bisognerebbe poterglielo dire apertamente.

Descrive molto bene gli stupidi, Carlo M. Cipolla nel suo saggio Allegro, ma non troppo.

Ha scritto Le Leggi della stupidità e catalogato gli stupidi a seconda del grado di pericolosità per sé e gli altri.

La prima legge è disperatamente vera, almeno per me, la verifico - dolorosamente, giornalmente - e puntualmente me ne stupisco:

Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta
il numero di individui stupidi in circolazione.


Sunday, January 20, 2008

Zagarolo knit cafè


Prese le borsette e le ceste con lana e ferri, armate di una improbabile mappa di virgilio, Artisticando ed io ci siamo avventurate per strade sconosciute alla ricerca del knit cafè.

Incuranti della mappa e delle indicazioni di un paio di vecchietti abbiamo trovato senza difficoltà la Piazzetta delle Arti dove simpatiche e bravissime ragazze hanno dato vita ad una associazione che fa un sacco di cose e che ha organizzato questo knit cafè.




Mentre Artisticando si cimentava con le trecce ai ferri - troppo indisciplinata come te lo dovevo dire che le maglie non si accavallano a rovescio - e si faceva strapazzare dalla severa insegnante, io vagavo con lo sguardo tra le innumerevoli meraviglie esposte e in creazione: telaio, pizzo a tombolo, ricami incredibili con l'inevitabile punto palestrina.




Donne di almeno tre generazioni, un bimbo che armeggiava tra gomitoli e telaio, mariti incuriositi e incredibilmente sorridenti, dolcetti fatti in casa, un cicaleccio incredibile e ho finalmente iniziato la copertina celeste.



Da non mancare a Zagarolo la prossima fiera di maggio Tessendo e Tramando a Palazzo Rospigliosi, la farmacia che fa profumi artigianali, il museo del giocattolo che ci vengono da tutta Italia (attenzione agli orari apertura), il fornaio pasticcere scrittore che in finir di serata ci regala un libro con dedica in cambio della promessa di leggerlo.

Merita una seconda visita questa primavera

Wednesday, January 16, 2008

grrr che rabbia...




Non sono proprio nessuno, mi odio per questo, se non riesco a creare qualcosa di altrettanto strepitoso con l'uncinetto non mi chiamo più bricolo-chic. Questa sì che è creatività!

foto rubata dal sito "what not to crochet" che pubblica le cose più orribili, vedi link a fianco.

Sunday, January 13, 2008

Vicolo della tinta



Quando sei seduta alla scrivania, sotto il neon impietoso, e vedi l'asse dello sguardo del tuo interlocutore che piano piano lascia quello dei tuoi occhi, e sale di quattro-cinque centimetri, percepisci che la persona che hai davanti si distrae e non segue più quello che dici, beh è ora.

Thursday, January 10, 2008

Diritti costituzionali

Riciclare i regali dovrebbe essere un diritto/dovere sancito dalla Costituzione.
Anzi visto che stiamo festeggiando il 60° anniversario ecco bell'e pronto il 140° articolo:

Art. 140
Riciclare i regali è un diritto/dovere irrinunciabile di tutti i cittadini italiani. Lo scopo è di vivere più leggeri, di non inquinare, di non subire la riprovazione sociale derivante da tale sana pratica. Vista l'importanza di questo diritto/dovere, lo stesso è esteso a tutti gli stranieri presenti in Italia anche per brevi periodi.

Facciamo, come si dice, due lire di conto: ognuno di noi riceve nel corso della propria vita, che ci auguriamo sia in linea con quella media, un migliaio di regali tra compleanni, battesimo comunione cresima e matrimonio, natale, befana, anniversari di lavoro e vari. Se si divorzia e ci si risposa con leggerezza, o se si è particolarmente benvoluti o potenti, la cifra arriva facilmente a duemila.

Nel mezzo del cammin della mia vita avrò ricevuto una quindicina di portacandele: a stelo, a bugia, a tre bracci, d'argento, etnici, natalizi, di perline e via dicendo. Se li accendessi tutti insieme trasformerei la mia casa in un riquadro di prima porta. Attenzione non si offenda chi me ne ha regalato uno: sia beninteso mi piacciono tutti. Ma visto che sono belli perchè non far felice anchequalcun altro?



Riciclare è un atto d'amore verso chi ha donato, verso chi riceve e verso l'oggetto. Conosco gente che i regali li butta al cassonetto: io non sarei mai capace.

Riclicare è un'arte che richiede memoria di ferro, grande attenzione, un pizzico di fortuna. Conosco artisti che si fanno confezionare i regali riciclati dai negozianti di fiducia.

Ma come al solito nella teoria sono grande, in pratica ho casa piena di cose belle che mi dispiace regalare e di cose brutte che non regalo perchè mi vergogno.


Appena ho due minuti liberi raccolgo le cinquecentomila firme per indire un referendum e fare l'aggiunta alla Costituzione.

Tuesday, January 08, 2008

Knit Cafè



Knit caffè 19 gennaio a Zagarolo

mi sa che ci vado a curiosare, sperando che la sig.ra paola di centro serena non se ne abbia a male: il sabato pomeriggio gioielli, uncinetto e divano con copertina sono d'obbligo!

Sunday, January 06, 2008

In tema di Befane

LA POESIA DI PRIMA ELEMENTARE

Quando è l'ora la Befana
l'alza su la tramontana
alla scopa salta in groppa

Al mattino ogni bambino
si precipita al camino
Un bel niente al disubbidiente
un premio
un dono
al bimbo buono


GLI SMS DEGLI AMICI (?)
Ciao, cortesemente puoi inviarmi una tua foto? I miei amici non ci credono che conosco la Befana
La figlia della Befana chiese alla mamma "perchè siam così brutte?" - Ella rispose "Figlia consolati, vedessi la tipa che sta leggendo questo messaggio...
Il freddo sta uccidendo un'intera generazione di befane, copriti non farmi star in pensiero...


Certo che a me neanche una calzetta.
Atroce dubbio: niente niente me la dovevo fare da sola?

Nutella boy

Come si dice in un discorso che si rispetti: first of all I would like to take this opportunity to thank Amico Mazarese e Spinning Lady per la splendida accoglienza. Con loro e i due cuccioli di famiglia ho vissuto una delle mie esperienze positive a più alto impatto emotivo.

Quasi fossero un presagio, le mie riflessioni sull'infanzia difficile si sono trasformate in qualcosa di concreto. Ho avuto il grande piacere di conoscere Cri-Cri, detto Nutella boy, e di trascorrere con lui qualche giorno.

Cri Cri è bosniaco e vive in un istituto in un paesetto dal nome impronunciabile ed incomprensibile tanto è vero che neanche lui se lo ricorda. Per le vacanze estive ed invernali viene accolto dal mitico Bambino di Atlantide e dai suoi genitori.


Cri Cri è un mago con il Lego e il pallone, odia la pasta e mangia solo carne e pane e nutella, da qui il soprannome - mica come me che l' occasione è stata unica per abbuffarmi di arancini, timballi di anellini, cannoli, pasta di mandorle - adora l'uomo ragno, è magrolino, inutile cercare di capire la storia della sua famiglia - ha un potenziale di intelligenza unico, se non prenderà un nobel ci andrà vicino. Del resto è l'unico bambino che io conosca che si interessa ai miei bicchierini e barchette di carta.



Sì lo confesso: mi ha preso il cuore, lo ha srotolato come una sfoglia di pan di spagna, cosparso di nutella, riarrotolato come un rollè, riappallotolato alla bell'è meglio per ridargli forma e rimesso al suo posto.

Sarà dura ritornare la cinica di sempre.