Friday, August 31, 2007

Quella che vende i gioielli



Non so quando, nel mio frenetico fare zapping nel guardare la tv, mi sono soffermata su di lei per la prima volta.
Fatto sta che adesso non posso farne a meno.
Entra in casa mia e per un intero pomeriggio mi fa una personalissima sfilata di gioielli. A volte cose orribili, a volte collier da 30.000 euro, ma sempre oro diamanti e pietre preziose e ti senti Audrey Hepburn incantata davanti alla vetrina di Tiffany.
Ho scoperto che è seguitissima, la sua voce è insopportabile ma il modo di esprimersi affascina, prende e spesso addormenta.

Usa termini ricercati e spesso desueti, solo da lei ho sentito "materico" o "da portare con atteggiamento sportivo".

Il suo riprendere il cameraman o le centraliniste perchè si distraggono e non la seguono mentre con la pinzetta accosta l'orecchino al lobo, mostrando la peluria che scende dalle basette fino alla mascella, il suo far vedere gli anelli incurante delle macchie di vecchiaia sulle mani, il suo scrivere qualche nota - ... vecchia manifattura... crisopasio... anni 35/45... - sui minuscoli cartellini, sono momenti di Grande Televisione.

Monday, August 27, 2007

Don't shoot me



Oggi ne ho la certezza, mio padre mi salvò la vita, ma il prezzo che dovette pagare fu carissimo.

Firenze, 1973 " i miei amici vanno a Bologna, in macchina, a vedere il concerto di Elton John, vado anche io".

Era il periodo in cui adoravo Elton John, dizionario in una mano, copertina dell'ellepi nell'altra, traducevo tutte le canzoni. Le mie prime, uniche vere, lezioni di inglese.

Lui dovette scegliere tra accontentare la figlia - ma la strada tra Firenze e Bologna è brutta, tratto appenninico, tutta curve e gallerie, e i tuoi amici hanno vent'anni, prime esperienze con la patente, tornate di notte - e non farla rischiare, rischiando lui però, che lei lo odiasse per il suo rifiuto, anzi avendone quasi la certezza.

Mi proibì di andare e, come previsto, io lo odiai.

Ogni volta che sento di un concerto di Elton John in Italia, ci ripenso, mi è rimasto proprio qui (cenno con dito sulla gola).
Ma ci ripenso anche quando sento degli infiniti incidenti del sabato sera, della ragazzina di sedici anni travolta da un pirata alle quattro di notte.
Questa chiaramente è la lettura che ne faccio oggi che sono passati più di trent'anni. Allora fu ben diverso.

Nella vita bisogna fare delle scelte: tra farsi amare da una figlia rischiando di farle perdere tutto, e farsi odiare da lei perdendola, lui scelse la seconda opzione, la più giusta e come sempre la più difficile.

Poi accaddero tante altre cose, ma questa è un'altra storia.

Qualcuno ha notizie del prossimo concerto di Elton in Italia?

Lettura consigliata: Elogio della Disciplina - Bernhard Bueb

Sunday, August 26, 2007

Delle Arti



In una casa che si rispetti non può mancare un panetto di Das, o meglio di ceramica a freddo che fa meno cheap.


Se ti prende un attacco di creatività e soprattutto se fuori fanno 42 gradi e l'aria è fuoco e

irrespirabile, l'unica alternativa seria alla noia è pasticciare con il Das.



Creare è come viaggiare, non importa il risultato, nè la meta.
L'importante è fare, scegliere i colori e le forme, come le strade e le tappe. Sperimentare nuovi percorsi, indugiare sui toni che piacciono di più.


Se poi l'ultima tappa non è un granchè, o se la tua opera è una mezza schifezza, perchè nella tua famiglia di artisti tu stai nelle ultime postazioni, non fa niente, l'importante è il fare.
E comunque aspettate di vedere montati ed indossati questi meravigliosi gioielli prima di giudicare.

In fondo ho fatto spazio, buttato un sacco di impicci da far felici tutti gli extracomunitari che frugano nei cassonetti, quindi una scatola di perline in più ci sta.

E poi c'è sempre la tombola dei ciaffi per regalare i miei meravigliosi bijoux etnici...


Wednesday, August 22, 2007

Lavori d'agosto



In queste vacanze contemplative non ho prodotto molto. Ho finalmente iniziato il giacchetto con il cotone comprato tempo fa e che, in crisi di ispirazione, non sapevo come fare.
Ho deciso per queste piastrelle facilissime da fare e di bell'effetto. Credo farò solo la fascia in basso e il resto a filet o qualcosa del genere, perchè si fanno al massimo due piastrelle al giorno, lavorare il cotone è pure più faticoso della lana, e non lo finirei neanche per Natale.

Ho scoperto anche come si uniscono le piastrelle direttamente con l'uncinetto durante la lavorazione: c'è bisogno solo di un po' di attenzione (una delle piastrelle l'ho inserita a rovescio ma sfido chiunque ad accorgersene, ma soprattutto a farmelo notare). Si evita il noioso e lungo lavoro di cucitura finale.



Monday, August 20, 2007

Stelle

Non ho visto solo sassi, ho cercato anche di vedere le stelle cadenti.

Mi piace tantissimo guardare le stelle ma, con l'inquinamento di luce che c'è, ormai le possibilità sono poche. Anche al mare le giostrine mandavano una gran luce che illuminava tutta la spiaggia.

Il 10 mi piazzo sulla spiaggia in trepida attesa e ExSifolinFoot se ne esce con il suo miglior tono disfattista: "hanno detto al Tg che non è oggi la notte delle stelle cadenti ma domani o dopodomani".
La sera dopo ci riprovo, stessa solfa.
Il giorno dopo idem.
Il tredici mi rimetto a guardare speranzosa e il borbottone "Ma guarda che era ieri, e poi hanno detto che quest'anno è una fregatura non si vede niente..."

Allora, non è che mi freghi tanto di vedere una stella cadente, e tantomeno di esprimere un desiderio, che tanto te poi fà turchina che nessuno te lo esaudisce, a me piace semplicemente guardare le stelle e di quello che dicono al tg sull'argomento ne posso fare benissimo a meno.

Ma la colpa non è sua, è che è l'antiromantico per eccellenza.

Non dispero, questaltr'anno ci riprovo, magari nel deserto.
Con eSF naturalmente, tanto questa è solo la ventinovesima vacanza che il rito del 10 agosto si ripete.

Sunday, August 19, 2007

Sassi

Camminare sul bagnasciuga, con le imitation-crocs fucsia, sui sassi.
Ecco l'attività più estrema di questa quindicina al mare.

Più che una vacanza al mare, una vacanza nel tempo.
Indietro negli anni cinquanta. Talmente indietro che quasi non ero nata. Parlo dell'atmosfera, quella non me la ricordo, impossibile, ma l'ho vista nei film, quelli carini che fanno alle due su retequattro.
Gente sdraiata sul muretto sotto gli alberi che fa fresco e fa la pennichella.
Le bancarelle più brutte della storia delle bancarelle che solo cognatatango è riuscita a comprare qualcosa.
Due snob graphic-conceptual-creative-designers ci sono capitate per sbaglio e infatti dopo un paio di giorni, la grande fuga, più veloci delle stelle cadenti, ma bellissime per questo.

Un timballo mangiato sulla spiaggia il giorno di ferragosto, talmente bello che solo se ci ripenso mi viene voglia, e giuro stavo per chiedergliene un pezzetto, anzi un pezzone viste le porzioni che si sono spartiti.

Uomini con la canotta, vecchiette, che forse tanto vecchiette nemmeno sono, con i vestiti a grembiulino di cotonina a fiori, dalla finestra vedi i vicini che nell'orto fanno i pomodori - e perchè nella mia famiglia non si facevano i pomodori? - un posto fuori dal mondo, congelato a cinquant'anni fa.

Uncinetto poco o niente, e il mio passatempo era guardare i sassi.
I sassi sul bagnasciuga sono bellissimi. Sembrano pietre dure semipreziose, occhio di tigre, onice, malachite - Sasso questo è un SSSasssso - brillano con il sole e l'acqua.
Qualcuno ti cattura lo sguardo e allora lo raccogli, svelta prima che l'onda di ritorno lo porti via -ci faccio un ciondolo, ci passo il vernidas così rimane lucido - e' bellissimo spicca tra gli altri e lo tieni in mano, insieme agli altri pochi eletti.

Poi torni all'asciugamano li posi sul telo, si asciugano e... diventano tutti uguali.

Colori appiattiti, le meravigliose sfumature spariscono, non capisci più perchè li hai presi, scelti tra milioni, onorati di fare un pezzo di percorso con te.
Proprio come certe persone.

Però stavolta uno è proprio bello: è la faccia di Jim Morrison, aggiungeteci la chioma bionda.

Saturday, August 04, 2007

mollo tutto

Mollo tutto per quattro settimane, non succedeva da più di quindici anni.
Armi bagagli uncinetto e cane, Ex Sifolin Foot al comando e si parte.
Niente alberghi, niente camerieri, niente di niente.
Voglio solo oziare in riva al mare, c'ho pure le scarpette per gli scogli.

La macchina di Artisticando ha restituito l'uncinetto da cotone che si era ingoiata ad Ischia.
Sì, questa vacanza comincia sotto i migliori auspici.

Wednesday, August 01, 2007

Baby boom e patenti

E' proprio baby boom - non quello del film anni 80 con Diane Keaton donna manager che molla tutto per ritirarsi in campagna a tirar su una pupetta di non ricordo più chi, a fare marmellate con un ficone di veterinario - è una invasione di pupetti come non se ne vedeva da anni. Vedrai che le indagini demografiche mi daranno ragione.

Si va dai duechiliecento ai quattrochiliemezzo, dalle coscette lunghe lunghe alle gemelline, dai nomi originali ai nomi di città.
Insomma negli ultimi tempi ne avrò contati almeno una quindicina di bei pupetti.

E mi torna in mente Karl Popper.
Quello che negli anni 90, in Cattiva Maestra Televisione, teorizzava la necessità di dare una patente di autorizzazione a tutti coloro i quali lavorano per la tv, dagli autori ai conduttori ai cameramen.

Giusto, e io che negli anni novanta ero un po' più arrabbiata e più integralista, avevo la mia di teoria.
Che la patente andrebbe data a quelli che vogliono fare i figli.
Si fa un bel comitato di saggi, di cui io ovviamente faccio parte, e si valuta se una coppia può o meno fare figli. A quelli che superano tutti gli esami si dà la patente e vai col pupetto.

Onestamente credo che di patenti ne avrei date ben poche.
Fare un figlio è una cosa seria, talmente seria che se ci pensi bene capisci che è meglio non metterli in questo mondo.
E ora che negli anni duemila mi sono un po' ammorbidita, non rincoglionita please ho detto ammorbidita, nelle mie posizioni, penso: ma si fateli questi bambini, in fondo so' carucci e fanno tenerezza, e vi vengono pure bene.
Tirateli su bene, non viziateli che la vita è dura, molto dura ed è bene abituarsi da subito, e non fate figli unici, razza di egoisti che non siete altro.

Fate figli, almeno oggi mi diverto a fare copertine - insomma un po' mi so' già stufata - ma soprattutto tra vent'anni vanno a lavorare e mi pagano la pensione.