Thursday, March 29, 2012

Pulizie di Pasqua

Adesso le blogger fanatiche (ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente voluto) lo chiamano decluttering.
Una volta si chiamavano le pulizie di Pasqua. Si fa una camera per volta e si butta il buttabile, possibilmente anche di più. Che invidia per chi ci riesce!
Per me è una violenza, una forzatura che talvolta mi impongo ma solo per fare spazio a altri impicci da portare a casa.
L'anno scorso ho eliminato dall'armadio vestiti che non portavo da lustri. La busta è rimasta per mesi in un angolino, una settimana fa finalmente mi sono costretta a buttarla, non prima però di aver ritirato fuori una gonna comprata a saldi e mai messa , e un paio di pantaloni blu cinque tasche che non mi rientrerebbero neanche se scendessi di due taglie, possibilità tra le più remote.
Sono molto soddisfatta di questo compromesso.
Eppure a leggere i commenti al post di Verdesalvia capisco di non essere l'unica ad avere la mania dell'accumulo, a legarmi troppo alle cose materiali; non a caso c'è chi sul decluttering ci ha scritto libri, blog e programmi su sky.
Non fa per me non ce la posso fare, recentemente invece sono rimasta affascinata invece dal knolling, fratello più piccolo del decluttering, aiuta a fare chiarezza nella mente e stimola la creatività .
Digitare su google per credere.

Saturday, March 24, 2012

6.999.999.999

Da qualche giorno un cartoncino giallo con la cifra 6.999.999.999 campeggia sul monitor del mio pc in ufficio, suscitando una minima reazione cerebrale nelle frotte di disturbatori della mia concentrazione.

E' una cifra che mi aiuta a tenere sempre a mente un fatto, ahimé inconfutabile, e di conseguenza a gestire meglio le mie arrabbiature.

Mi spiego: nel mondo siamo, occhio e croce, sette miliardi.
Ogni individuo ha la sua storia e le sue idee. I comportamenti di quelli nella mia area di prossimità spesso, troppo spesso, mi irritano, mi disturbano, li disapprovo, mi infastidiscono, mi fanno arrabbiare. E la rabbia, si sa, a lungo andare è tossica.

Ma tentare di cambiarli tutti è impossibile.
Educarne un po' è velleitario.
Volerne modificare i comportamenti è arrogante, chi decide chi è nel giusto?

Quindi c'è solo una soluzione: devo cambiare io.
Beninteso non ho nessuna possibilità di cambiare radicalmente me stessa (qualcuno sarebbe dovuto intervenire entro i sei, otto anni...) devo semplicemente costruirmi una sana, igienica, indispensabile, corazza.

Aspettando che il mantra "6.999.999.9999 sono troppi da cambiare, devo cambiare io" faccia il suo effetto, mi sono organizzata con valeriana a rilascio immediato (quella che danno a chi deve prendere l'aereo) e arricchisco la mia collezione di riproduzioni di macchine da cucire.

Orologio made in P.r.c. con tanto di forbicine stampate e centimetro trovata a portaportese:




Scatolina porta fili, scovata oggi in un negozio di gadget, e casualmente in linea con il mio post precedente:

Grembiulino da lavoro che mai indosserò:

Avete visto altri oggetti raffiguranti macchine da cucire? aspetto segnalazioni!

Wednesday, March 21, 2012

Uffa, come mi vesto???

Dedicato a Deb ;-)



Il look (confuso) delle signore

MATCH. L'intervento di Maria Laura Rodotà, su "Io donna"

UNA VOLTA, DUEMILA ANNI FA, c’erano le ragazze vestite da signore. Le parioline (sancarline a Milano, cremine a Torino, eccetera) con il giro di perle e i twin set e le scarpe a punta. Le liceali di sinistra con i gonnelloni da femministe quarantenni. Poi le giovani in carriera che per essere credibili (bei tempi, però, per essere valorizzate sul lavoro ci si vestiva seriamente) si impaginavano in tailleurs grigi o - si è fatto anche questo - pied-de-poule. Adesso le ragazze si vestono fin troppo da ragazze - le più sprovvedute e/o sfrontate tendono all’olgettina, le più indignate con enormi maglioni e calze opache, scordando la gonna - e le signore un po’ più avanti negli anni non hanno più un codice, un canone, niente di niente.


Perché rifiutano di ammettere che sono diventate signore, probabilmente. E si balcanizzano in sottogruppi finto-giovani: le Barbie anziane, strizzate e ritinte; le neobarbone, in pantalonacci e maglionacci compatibili solo con teenager in fiore; le Ranzani femmine, senza più cayenne ma ricoperte di ciaffi griffati; le ex ragazze tristi, soprattutto confuse. Urge rivalutazione di capi e accessori sensati, invece. Le gonne al ginocchio, se con ragionevole spacco, rendono più interessanti, dopo i quaranta, di una mini. Il tacco non gigantesco salva dal ridicolo. Il tailleur - sì, il tailleur - rende più autorevoli; emanare saggezza ed esperienza è meglio che competere e perdere con le ragazzine. Tenerne conto, volendo.

Su "Io donna", 12 - 18 novembre 2011




Monday, March 12, 2012

Fatina mai: lo schema


Ecco lo schema del post precedente, da ricamare a punto erba o punto indietro, solo se vi va.
Quanto sono umana.

Thursday, March 08, 2012

Fatina mai


Eccezionalmente, oggi voglio fare gli auguri a una persona che dovrei amare di più.

Quella che da bambina correva veloce nonostante i pattini di terza mano e da adolescente era una contestatrice con Dalla parte delle bambine dentro la tolfa.

A vent'anni tirava al massimo la terza della vespetta 50 comprata con i primi stipendi, pensava di volare ma chiese al suo futuro marito di cronometrarla, solo per essere sempre consapevole.

Nei suoi trenta, anzichè farsi annichilire dalle prove più difficili della vita, decollava nella carriera professionale.

A quaranta invece di rilassarsi è uscita dalla sua comfort zone lavorativa, ha iniziato a leggersi dentro cercando di sedimentare i suoi dolori vecchi e i nuovi, ha ripreso lana e uncinetto e cominciato a scriversi su un minimal blog.

Alla persona che vive i suoi cinquanta da pasionaria un po' troppo arrabbiata, tiene d'occhio la macchiolina senile sulla mano, affronta impegnative giornate di lavoro bofonchiando "non je la posso fa" ma poi, nonostante tutto, riesce anche a non odiare troppo il genere umano .

Auguri B-chic, inutilmente Grillo parlante, ogni tanto Pinocchio.
Fatina mai.

ps: se vuoi onorare tutte le donne comincia a valorizzare quella Donna meravigliosa che sei tu. All'inizio ti sembra impossibile, poi strano, alla fine ci prendi gusto!

Sunday, March 04, 2012

Lucio, i vicoli...

I giornalisti sono proattivi, si organizzano e preparano in anticipo cosa scrivere quando muoiono i personaggi famosi.
E così i giornali pubblicano i coccodrilli.

Adesso che, inaspettato, se n'è andato anche Lucio Dalla, ho letto un bell'articolo scritto da un mio ex collega.
Un articolo che non ha nulla di premeditato, sono sicura che questo non è un coccodrillo, anche perchè G.T. di solito scrive di sport. E avendolo conosciuto quando eravamo ragazzi so che lo ha scritto di getto perchè queste parole lui le ha nel cuore, non nella memoria del pc.

Lucio i vicoli e la sera dei miracoli - Corriere della sera



La sera dei miracoli: http://youtu.be/H5H31NQ1j4c