E no, anche di sabato prendere decisioni e lambiccarsi il cervello non si puó fare. Soprattutto dopo una settimana in cui si é solo ai primi giorni di gennaio e sembra di avere giá il carico di tutto l'anno sulle spalle.
Andiamo per ordine, per riacquistare la giusta resilienza e ritrovare la propria forma originale, sono ormai avvezza a rimettere nelle giuste caselle i pensieri affastellati.
Per andarci giú pesante con le mie amate metafore, devo defragmentare il mio disco rigido, svuotare il cestino, mettere i file nelle giuste cartelle, pulire il desktop, cancellare la roba inutile. Operazioni da svolgere esattamente nell'ordine inverso.
E dovrei farlo nel pc di casa, nell'iPad, nel mini laptop ceduto a mio marito, nel vecchio pc dismesso pieno di foto e documenti a cui tengo, e nel pc dell'ufficio.
Ma é questo il momento giusto? Oppure posso rimandare di qualche decennio queste noiose operazioni? E nel frattempo continuare ad accumulare prezioso materiale di vita?
Il lettore attento si chiederá cosa c'entri tutto questo con l'arrosto steccato e con l'Artusi.
C'entra eccome: se ad un pranzo intergenerazionale, con una decina di persone, di cui molte teoricamente esperte del settore, l'unica che sa cosa significhi "steccare l'arrosto" e chi sia il Pellegrino Artusi, ma soprattutto l'unica che sa usare questa conoscenza nel contesto corretto, sono io, beh scusate l'immodestia, ma credo che l'organizzazione della mia testa funzioni ancora bene.
Mi ripetono continuamente che il mondo é cambiato, ma é il confronto con teste diversamente riempite, e con le informazioni organizzate in maniera che rende difficile l'estrazione dei dati, che mi fa costantemente rimettere in discussione e sottopone a durissima prova la mia resilienza.
Sí credo proprio che dedicheró il mio tempo a mettere in funzione il fantastico iPhone5 che ieri ho ricevuto in regalo.
Le mie bacchette magiche cominciano a funzionare.
1 comment:
quanti problemi familiari povero Pellegrino Artusi! Io non lo conoscevo ma ora lo conosco un po'; quella che non conosco ancora, invece, è la sua arte e le sue opere, tanto non le capirei e non saprei come trattarle.
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