Da qualche giorno nervosamente elaboro i miei propositi per il nuovo anno ed infine li ho condensati e dichiarati: intransigenza e belligeranza.
Un saggio mi ha detto: finalmente! non se ne può più di questo buonismo imperante.
Sarò intransigente con i maleducati che non ti salutano "per non disturbare", con gli ignavi che non prendono posizione e sguazzano nel loro appiccicoso teporino, con gli apatici che non sanno che quando si smette di crescere si muore.
Dichiaro guerra agli scansafatiche che non hanno afferrato l'equazione fatica=ricompensa, agli indifferenti che la domenica vanno in chiesa, il sabato allo shopping center, e dal lunedì al venerdì imperano con egoismo e insensibilità.
Lotterò contro quelli che hanno messo il culo al sicuro e, capaci solo di lamentarsi, se ne fregano di quelli che sono al freddo fuori e dalla finestra guardano dentro.
Sarò intransigente e lotterò contro me stessa se permetterò loro di disturbarmi ancora.
Punto, a capo, nuovo capitolo.
Calla Lilies, 1924
Georgia O'Keeffe
Oggi ho visitato la mostra della
O'Keeffe.
Non la conoscevo eppure entrata nella prima sala ho avuto una strana sensazione, di familiarità, di deja-vu.
Le piccole foto in bianco e nero della pittrice con i vestiti anni trenta, i quadri con le calle, le sue scatole di colori ad olio, l'epoca in cui è vissuta.
La frequenza delle scuole d'arte, qualche natura morta senza profondità, il suo voler disegnare e dipingere sopra ogni altra cosa.
Se fosse vissuta in Italia, tra le Marche, Roma e Firenze, anzichè tra New York e New Messico. Se avesse sposato un messo diplomatico , anzichè un
famoso fotografo. Allora anzichè
Georgia sarebbe stata
Giuseppina.