Domenica mattina, mostra Hobby Show, impossibile mancare all’appuntamento annuale.
Artisticando ed io ci avventuriamo alla scoperta delle ultime novità del settore.
Perline a gogo, glissiamo sul decoupage, ci complimentiamo con la signora del punto palestrina, forse l’unica artista vera di tutta la fiera.
Ci perdiamo davanti alle stoffette per il quilting – ma una volta non si chiamava patchwork? – ore e ore per scegliere tra le mille fantasie i quadratini di stoffa più sfiziosi.
Alcuni costano più del Gronchi Rosa ma davanti ai ventaglietti giapponesi dei francesi di Joelle Tissu, è impossibile resistere.
Come al solito mi faccio catturare.
Non solo dalle chiusure per borsette e dalle riviste di Alexandra edizioni, ma dalle persone che mi circondano.
Pochi mariti, annoiati e succubi, si aggirano tra gli stand con l’aria frastornata, spesso travolti dalle Erinni che si avventano per seguire le dimostrazioni pratiche. Portare un uomo a questa fiera è l’errore che una moglie non dovrebbe mai fare.
Il terzo in ordine di gravità, dopo il farsi vedere con la tinta in testa e mentre ci si fa la ceretta alla peluria sul labbro superiore, i baffi per farla breve.
Pochi bambini scorrazzano con le spade di palloncini, e poi ci siamo noi: le bricoleuses.
E qui, ragazze mie, perdonatemi, che nessuna si offenda, ma mi scappa la ramanzina.
Mi riconosco, mi specchio nelle colleghe di hobby.
Faccio autocritica, tipo lavoratore giapponese al consiglio di fabbrica.
Scarpe comode, tipo pedule.
Messa in piega casalinga, tinta del supermercato, o capelli corti, della serie “sapessi che comodi, doccia e neanche li asciugo”.
Leggermente sovrappeso, fisico poco atletico, salvo quando si tratta di scattare per prendere al volo l’ultima pezza di lana da infeltrire.
Abbigliamento comodo, troppo comodo. Borsetta a tracolla antiscippo.
Basta è ora di reagire.
Va bene tutto: il cucito, la ceramica e la maglia ma almeno un sabato al mese farò un salto dal parrucchiere.
Devo compensare il crampo alla mano per il punto croce con dieci minuti al giorno di cyclette.
Riuscirò ad evitare i pasticcini mentre, knittando, sorseggio il thè.
E soprattutto la prossima volta compro biglietti di Erotika, visto che i segreti dell’uncinetto ormai li conosco tutti...