Tuesday, February 12, 2008

Signorina

La signorina Nedda aveva circa cinquantacinque anni quando la assumemmo. Eppure mi sembrava talmente vecchia.
Era una tipa curiosa: veneta, cuciva e cucinava, amava i gatti, o meglio era proprio una gattara. Era zitella ma sicuramente se l'era spassata assai. Qualcuno diceva che da ragazza, in tempo di guerra, le avessero rasato i capelli a zero, cosparsa la testa di pece e coperta di piume, perchè se la faceva con i tedeschi. Non ebbi mai il coraggio di chiederle se era vero.
Una volta, casualmente, facemmo insieme un pezzo di viaggio in treno, lei mia madre ed io. Non so come venne il discorso - mia madre era grande a provocare nelle conversazioni - ma lei temeraria disse ad alta voce "io non sono fascista, sono mussoliniana". Mi sarei nascosta sotto il sedile, ma lei era fatta così sfrontata e coraggiosa. Come quando le diedero lo sfratto e si ritrovò fuori casa solo con la borsetta con la quale era venuta in ufficio, non si perse d'animo e trovò comunque una soluzione.
Aveva un ragazzo, un tipo di trent'anni, che noi, le colleghe giovani e maligne, dicevamo che stava con lei solo perchè gli cucinava e gli attaccava i bottoni delle camicie.

Raccontava dei suoi amori da ragazza che, si intuiva, dovevano essere stati non pochi. Di uno in particolare parlava chiamandolo "il fiore che non colsi". E forse fu il suo unico rimpianto in un mare di ricordi.
D'estate si lamentava che faceva caldo e si chiudeva in ufficio e lavorava in sottoveste.
Una volta arrivò una lettera anonima: Se non la licenziate mettiamo una bomba.
Traccheggiai a lungo, temevo ci rimanesse male, ma quando gliene parlai lei alzò una spalla e disse "ah, la conosco è una matta, non ci fate caso".

Quando al suo capo non andò più bene perchè arrivavano i computer e lei non sapeva usarli - toccò a me licenziarla, as usual, e non fu facile ve lo assicuro.

Sfrattata e senza lavoro tornò al suo paese - Sacile (PN) - dove, mi raccontava, andava in bicicletta e quando pioveva metteva la cuffia della doccia e i guanti di gomma per lavare i piatti per non bagnarsi.
Ogni tanto la chiamavo, sempre più raramente.
Anche lei non c'è più, chissà dei suoi giovani amori in quanti la penseranno ancora.

No comments: