Monday, April 24, 2006

avanzi




Gli avanzi sono una invenzione meravigliosa.
Gli avanzi di cibo il giorno dopo sono una bella sorpresa e se sono una pizza di verdura sono ancora più saporiti e ritrovarli belli e pronti ti risolvono la serata.
I pattini delle sorelle più grandi ti permettono di imparare senza paura di rovinarli, tanto le ruote sono talmente consumate che quasi pattini con il ferro.
I vestiti dei bambini sono sempre così poco usati che formano grandi buste e girano per le famiglie dei cugini e poi dopo anni tornano al mittente quasi intatti.
Certo qualcuno con il complesso della povertà si compra tutto nuovo con una voglia di riscatto, il tapino non capisce la poesia degli avanzi.

E che dire degli avanzi di lana... meravigliose coperte all'uncinetto prendono forma e non ti senti in colpa per aver speso un patrimonio in lana e non ti va di finire un maglione ai ferri. Anzi ti senti un benefattore dell'umanità, un grande riciclatore.

E così le coperte di lana girano per la casa da anni iniziano negli anni 60, poi nei 70 si trasformano in versione hippie e sono base del corredo nuziale.

Nelle foto ci sono due magnifici esemplari provenienti da collezione privata.

Nella primavera 2006 è in lavorazione una tradizionale coperta di avanzi realizzata a quattro mani, seguiranno presto immagini dei lavori in corso.


ps odio il Mac

1 comment:

Anonymous said...

Svelero' il segreto della prima foto a sinistra. Non e' una coperta, ma due plonchete che si sono arresi. Non so se la parola esiste nei vocabolari, ma esiste nell'idioma della mia famiglia e questo la legittima. Mi raccomando, si pronuncia all'italiana, proprio "plònchete" e giammai "plonscèt" alla francese! La storia: a cavallo tra gli anni '60 e '70 si usava ancora preparare il corredo, ma le vestaglie di pizzo non si addicevano ai raduni dei figli dei fiori. E allora per me ed il mio futuro marito, volevo preparare due plonchete, e cioe' due abiti da casa, lunghi fino a terra, per l'inverno. Infatti, se guardate bene, alcune delle piastrelle sono doppie. Solo che poi sono partita e ho lasciato i pezzi di plonchete a casa. Mia madre, che mi conosceva bene, sapeva che sarebbero rimasti nella mia fantasia, e mentre io ero via ha preso i pezzi e li ha circondati con una giostra infinita di colori. I plonchete sono diventati una coperta. E' il motto dei bricolanti: tutto si trasforma, guai a chi distrugge.