Non vorrei sembrare una di quelle vecchie femministe ricciolute, con le gonne lunghe a balze
(a proposito tra i progetti da finire c'è n'è giusto una vintage di almeno 25 anni fa cominciata da mia madre) e gli zoccoli.
Perchè sembrare è poco, io lo sono.
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Certe frasi speravo proprio di non doverle sentire più.
A pranzo in mensa si parla di figli (degli altri ovviamente, il mio sport preferito è mandare in crisi onesti genitori).
Adesso sono adolescenti, bisogna cominciare a fare certi discorsi difficili (vedi
Wonder perlina che comincia un po' in anticipo a doversi preoccupare).
Il collega, sportivo padre di due maschi, vuole fare l'illuminato e se ne esce con "l'ho detto ai miei figli: non vi fate incastrare...".
Come se le quindicenni fossero astute calcolatrici che, puntato un bel pischello con la minicar, pensano di sistemarsi per la vita rimanendo incinte.
A quel punto avevo una serie di scelte:
- cominciare ad urlare come una ossessa indemoniata (stile esorcista visto che ero tornata in versione anni 70)
- rovesciarli addosso il vassoio con il pranzo (e poi come avrei gestito il calo degli zuccheri pomeridiano?)
- tramare per farlo licenziare (non si può, in fondo tiene famiglia)
- tirargli il menage (meglio di no, versare olio e sale porta male).
Sono rimasta senza parole, eventualità che si verifica raramente.
E voi che avreste fatto?